1

Standing ovation per il Presidente SIRM Roberto Grassi

Il consiglio direttivo della SIRM e tutti i soci presenti nell’auditorium hanno tributato una standing ovation al Presidente SIRM uscente, il Prof. Roberto Grassi, al termine della sua relazione conclusiva.




Andrea Giovagnoni eletto Presidente SIRM per il biennio 2023-2024

Nel corso deI 49° Congresso della Società Italiana di Radiologia Medica e Interventistica (SIRM) è stato eletto Presidente per il biennio 2023-24, il prof. Andrea Giovagnoni, Ordinario di Radiologia dell’Università Politecnica delle Marche e Direttore del Dipartimento di Scienze Radiologiche dell’Az. Ospedali Riuniti “Umberto I, Salesi, Lancisi”. “Sono davvero contento ed emozionato – commenta Giovagnoni – per questo incarico di grande prestigio e responsabilità. Ho avuto la fortuna di essere da anni all’interno della Società come consigliere prima e poi come Editor della prestigiosa rivista scientifica societaria “La Radiologia Medica”; questa elezione premia non solo l’impegno personale ma afferma il grande valore di tutta la Radiologia anconetana che nel corso degli anni è cresciuta è si affermata sia a livello nazionale che internazionale. Fare il Presidente della SIRM non è un compito facile; la SIRM, fondata a Milano nel 1913, è oggi  la più grande società scientifica nazionale accreditata al Ministero e la più numerosa Società di radiologia d’Europa, riunisce i medici radiologi italiani (universitari e ospedalieri) con più di 11000 soci .




49° Congresso Nazionale SIRM

Si è aperto giovedì 1 ottobre a RIMINI, il congresso nazionale della SIRM, che con i propri 12.000 soci è una delle più grandi società medico scientifiche accreditate presso gli organismi governativi, racchiudendo tutta la compagine dei professionisti della Radiodiagnostica operativi nel contesto ospedaliero, universitario e dei liberi professionisti.

La lettera di saluto del Ministro Roberto Speranza




Le nuove regole sulla Radioprotezione in Italia

È stato pubblicato in Gazzetta Ufficiale il decreto legislativo n.101 del 31 luglio 2020 che costituisce il nuovo testo sulla radioprotezione in Italia. A distanza di 6 anni e mezzo dalla direttiva 2013/59/Euratom, l’Italia si dota di un provvedimento di recepimento che costituisce lo strumento normativo per l’atteso riordino della materia.

Clicca qui per scaricare il decreto legislativo in formato pdf.




COVID-19: caso 115

Dr.ssa Resta E.C., Dr. Del Buono F., Dr. Sassano L., Dr.ssa Lenzo Stancampiano G., Dr. Piccoli A.,   Dr. D’Ettorre E., Dr. Burdi N., Dr. Di Stasi C.

S.S. Radiologia Oncologica Ospedale San Giuseppe Moscati, Taranto

Uomo di 51 anni si presentava al nostro reparto di emergenza con febbre da 8 giorni, senso di oppressione toracica e dispnea lieve. L’anamnesi patologica remota risultava negativa. In anamnesi patologica recente il paziente riferiva viaggio a Milano per lavoro nell’ultima settimana di febbraio 2020 e negava qualsiasi contatto con pazienti con infezione da COVID-19.

All’ingresso, la sua temperatura corporea era elevata a 38,9 °C. Gli esami di laboratorio mostravano valori normali, in particolare leucociti, neutrofili e linfociti.

Esegue TC

La TC toracica senza MdC ha documentato la presenza di opacità ground glass (GGO) a distribuzione subpleurica e peribroncovascolare del lobo superiore sinistro (LSS) e della lingula (Fig. 1, 2, 3); il lobo inferiore sinistro (LIS) e il polmone destro erano normali. L’ipotesi diagnostica radiologica, formulata sulla base dell’ imaging, è stata di polmonite virale (infezione da SARS-CoV-2), confermata dalla reazione a catena della polimerasi della trascrizione inversa in tempo reale (RT-PCR) [1, 2].

Il paziente è stato dimesso dopo 20 giorni di degenza per risoluzione della sintomatologia clinica e previa esecuzione di doppio tampone, risultati entrambi negativi.

Dopo 40 giorni il paziente è stato sottoposto a follow up mediante indagine TC del torace senza MdC che ha documentato parziale regressione delle note alterazioni GGO precedentemente segnalate al LSS e lingula (Fig. 4, 5, 6).

Discussione

            La polmonite da COVID-19 tende a manifestarsi all’indagine TC toracica sotto forma di opacità GGO subpleuriche bilaterali con broncogramma aereo, margini mal definiti e una leggera predominanza nel lobo inferiore destro [3-5]. Questi pattern TC polmonari sono altamente aspecifici e potrebbero sovrapporsi ai segni radiologici dell’influenza H1N1, polmonite da citomegalovirus, altri coronavirus (SARS, MERS) o polmonite atipica [6-8]. Pan et al [9] hanno studiato 21 pazienti con COVID-19 a intervalli di circa 4 giorni dall’inizio della malattia fino al recupero clinico mediante indagini TC toraciche. Hanno definito 4 fasi del coinvolgimento polmonare alla TC e hanno documentato che le alterazioni polmonari alla TC toracica mostrano la massima gravità circa 10 giorni dopo l’insorgenza dei sintomi. Questo caso clinico illustra un coinvolgimento polmonare unilaterale e unilobare in un paziente con infezione da SARS-CoV-2, confermata al tampone, e con sintomi respiratori da 8 giorni. Sebbene la presenza di lesioni unilaterali nella polmonite COVID-19 suggerisce che la malattia è nella sua fase iniziale, ipotizziamo che questi reperti TC di coinvolgimento  unilaterale e unilobare possano essere presenti anche in fase clinica progressiva.

References

1 Guo YR, Cao QD, Hong ZA, et al (2020) The Origin, Transmission and Clinical Therapies on Coronavirus Disease 2019 (COVID-19) Outbreak – An Update on the Status. Military Medical Research. PMID: 32169119 PMCID: PMC7068984 DOI: 10.1186/s40779-020-00240-0

2 General Office of National Health Committee. Office of State Administration of Traditional Chinese Medicine. Notice on the issuance of a program for the diagnosis and treatment of novel coronavirus (2019-nCoV) infected pneumonia (trial sixth edition) (2020-02-19) In Press [EB/OL]. http://yzs.satcm.gov.cn/zhengcewenjian/2020-02-19/13221. html]

3 Shi H, Han X, Jiang N, et al (2020) With COVID-19 Pneumonia in Wuhan, China: A Descriptive Study. Lancet Infec Dis PMID: 32105637 DOI: 10.1016/S1473-3099(20)30086-4

4 Wu J, Feng CL, Xian XY, Qiang J, et al (2020) Novel Coronavirus Pneumonia (COVID-19) CT Distribution and Sign Features. Zhonghua Jie He He Hu Xi Za ZhiPMID: 32125131 DOI: 10.3760/cma.j.cn112147-20200217-00106

5 Bernheim A, Mei X, Huang M, et al (2020) Chest CT Findings in Coronavirus Disease-19 (CO- VID-19): Relationship to Duration of Infection. Radiology https://doi.org/10.1148/radiol. 2020200463

5 Kooraki S, Hosseiny M, Lee Myers L, Gholamrezanezhad A (2020) Coronavirus (COVID-19) Outbreak: What the Department of Radiology Should Know. J Am Coll Radiol. PMID: 32092296 DOI: 10.1016/j.jacr.2020.02.008

7 Li Y, Xia L (2020). Coronavirus Disease 2019 (COVID-19): Role of Chest CT in Diagnosis and Management. AJR AM J Roentgenol, 1-7 PMID: 32130038 DOI: 10.2214/AJR.20.22954

8 Bai HX, Hsieh B, Xiong Z, et al (2020) Performance of radiologists in differentiating COVID-19 from viral pneumonia on chest CT. Radiology PMID: 32155105 DOI: 10.1148/radiol.2020200823  9 Pan F, Ye T, Sun P, et al (2020) Time Course of Lung Changes On Chest CT During Recovery From 2019 Novel Coronavirus (COVID-19) Pneumonia. Radiology PMID: 32053470 DOI: 10.1148/radiol.2020200370




COVID-19: caso 114

Francesco MESSINA, Domenico SCHIRRIPA, Caterina TRIPODI, Antonio ARMENTANO, Nicola ARCADI

Dipartimento Tecnologie Avanzate Diagnostiche e Terapeutiche – U.O.C. di Radiologia – Ospedale Riuniti – Azienda Ospedaliera Grande Ospedale Metropolitano (G.O.M.) “Bianchi-Melacrino-Morelli” – Reggio Calabria

Paziente di sesso femminile, 20 anni, studentessa. Nessuna patologia degna di nota.

Giunge al Pronto Soccorso per dispnea, tosse secca e febbre (38,5°C) da circa 5 giorni; non aveva avuto alcun beneficio dall’assunzione, a domicilio, di amoxicillina + ac.clavulanico e paracetamolo.

Riferisce di avere viaggiato in treno da una località del Nord Italia (poi dichiarata “zona rossa”) sino a Reggio Calabria; tra i contatti avuti, risultarono alcune persone successivamente positive al Covid-19.

EO: MV ridotto in entrambi gli ambiti polmonari.

Saturazione O2: 92%.

ECG: assenza di significative alterazioni.

Esami di Laboratorio: Leucopenia. Anemia. Incremento dei valori di PCR, procalcitonina ed LDH.

Il tampone rino-faringeo ha dato esito positivo per Covid-19.

La ragazza venne sottoposta, in urgenza, a studio TC del Torace in condizioni basali ed algoritmo ad alta risoluzione (HRCT), con scanner a 64 strati, le cui immagini ottenute sono state analizzate con slice-thickness di 1,2 mm e successive ricostruzioni MPR (assiali, sagittali e coronali) e VRT.

In corrispondenza del segmento apico-dorsale del LIS si documenta la presenza di area di consolidazione parenchimale a distribuzione subpleurica che si estende caudalmente sino al segmento postero-basale, con bronchiologramma aereo nel contesto, cui si associa sfumato addensamento parenchimale con aspetto “a vetro smerigliato” posto in sede attigua.

Non evidenza di versamento pleuro-pericardico, né adenopatie ilo-medistiniche. Immagine cardiaca nei limiti.

La paziente venne ricoverata presso la U.O.C. di Malattie Infettive del nostro Ospedale, HUB di riferimento Covid  per l’intera provincia di Reggio Calabria, somministrando O2 e terapia farmacologica. Dopo circa tre settimane di terapia, la paziente presentò un notevole miglioramento del suo quadro clinico generale. Le indagini di laboratorio, progressivamente, tendevano a rientrare nei valori di riferimento. Vennero effettuati i tamponi per la verifica dell’infezione da Covid-19, che si erano negativizzati. Così, dopo aver effettuato anche un’altra indagine HRCT, che documentò la completa risoluzione dei reperti TDM patologici parenchimali polmonari già precedentemente descritti all’ingresso, la paziente venne dimessa.

Il caso presentato evidenzia l’utilità della TC Torace, eseguita con algoritmo ad alta risoluzione (HRCT), per ben valutare il decorso e l’estensione della malattia nei pazienti con Covid-19, permettendo così il loro miglior management ed outcome clinico.




COVID-19: caso 113

Francesco MESSINA, Andrea SERGI, Domenico BARRESI, Anna FERRARELLI, Antonio ARMENTANO, Nicola ARCADI

Dipartimento Tecnologie Avanzate Diagnostiche e Terapeutiche

U.O.C. di Radiologia – Ospedale Riuniti

Azienda Ospedaliera Grande Ospedale Metropolitano (G.O.M.) “Bianchi-Melacrino-Morelli”

Reggio Calabria

Paziente di sesso femminile, 90 anni, in RSA, affetta da m.di Alzheimer, BPCO, ipertensione arteriosa e diffusa ateromasia parietale calcifica multi-distrettuale.

Presentava dispnea, tosse secca e febbre (38 °C) da alcuni giorni.

EO: MV ridotto in entrambi gli ambiti polmonari.

Saturazione O2: 88%.

ECG: BBsin, in assenza di turbe ECGgrafiche indicative di ischemia.

Anamnesi negativa per contatto certo con pazienti Covid-19 positivi noti.

Esami di Laboratorio: Leucopenia. Anemia. Aumento dei valori di PCR, LDH e procalcitonina. I valori del D-Dimero e della troponina erano nei limiti.

Viene eseguito, in urgenza ed in condizioni basali, studio TC del Torace con algoritmo ad alta risoluzione (HRCT), con apparecchiatura 64Multislices, le cui immagini ottenute sono state analizzate con slice-thickness di 1,2 mm e successive ricostruzioni MPR.

Si documentava la presenza di uno sfumato addensamento/zolla consolidativa parenchimale in sede basale posteriore a sinistra. Altri piccoli e sfumati addensamenti parenchimali, con aspetto “a vetro smerigliato”, erano identificabili nei campi medio-basali polmonari a destra. Fine smerigliatura di fondo della densità polmonare, bilateralmente, con maggiore evidenza a sinistra.

Presenza di strie fibrotico-disventilatorie basali bilaterali. Segni di BPCO.

Non evidenza versamento pleuro-pericardico. Immagine cardiaca ingrandita. Decorso scoliotico dell’aorta toracica discendente, con diffuse calcificazioni ateromasiche aorto-coronariche.

Era, altresì, identificabile un severo e suggestivo reperto di spondiloartrosi, con alterazione della normale architettura della colonna vertebrale, scoliotica e con evidente gibbosità dorsale.

Il tampone SARS-CoV-2 risultò positivo. Pertanto, la paziente venne ricoverata presso la U.O.C. di Malattie Infettive del nostro Ospedale, HUB di riferimento Covid  per l’intera provincia di Reggio Calabria, instaurando prontamente terapia multi-farmacologica ed O2-terapia, anche in considerazione delle varie patologie sofferte dalla paziente (di cui, in anamnesi).

A distanza di sei giorni dal ricovero le sue condizioni cliniche andarono peggiorando, nonostante le cure. Gli esami di laboratorio presentavano ancora gli indici di flogosi e la procalcitonina elevati, anemia ed alterazione degli elettroliti sierici (in particolare Na-K).

Venne eseguito (in settima giornata) esame RX Torace di controllo, a letto della paziente (in decubito supino) in reparto, che documentò un peggioramento dei reperti radiologici. Aumentato l’addensamento parenchimale in sede medio-basale destra, con diffuso ispessimento reticolare della trama peri-broncovasale interstiziale. Comparsa di versamento pleurico bi-basale (più evidente a destra), con obliterazione dei relativi seni costofrenici. Ili congesti ed addensati. Immagine cardiaca ingrandita. Slargamento del profilo mediastinico.

Nei giorni successivi la paziente rimase stabile, sebbene ancora il quadro radiologico non si era normalizzato ed i tamponi risultavano ancora positivi. Il caso presentato evidenzia l’utilità della HRCT nello studio della polmonite interstiziale da Covid-19 anche nelle fasi iniziali della malattia, data l’elevata sensibilità della metodica, soprattutto in pazienti che presentano altre patologie concomitanti e condizioni anatomiche particolari (che risultano difficoltose per l’esecuzione urgente dell’indagine RX tradizionale, come prima metodica).




COVID-19: caso 112

Francesco MESSINA, Giuseppe IELO, Claudio FRANZUTTI, Pietro ARCIELLO, Carmela FALCONE, Antonio ARMENTANO, Nicola ARCADI

Dipartimento Tecnologie Avanzate Diagnostiche e Terapeutiche

U.O.C. di Radiologia – Ospedale Riuniti

Azienda Ospedaliera Grande Ospedale Metropolitano (G.O.M.) “Bianchi-Melacrino-Morelli”

Reggio Calabria

Paziente di sesso maschile, 70 anni, affetto da sindrome mielodisplastica ad alto rischio, già in trattamento e follow-up Ematologico. Ipertensione arteriosa (in trattamento farmacologico) ed ateromasia carotidea.

Giunge al Pronto Soccorso con una sintomatologia clinica caratterizzata da febbre (38,5 – 39 °C) da circa quattro giorni, tosse secca, dispnea e dolore toracico persistente.

EO: MV notevolmente ridotto in entrambi gli ambiti polmonari.

EGA: ipossia. Saturazione O2: 80%.

ECG: assenza di alterazioni suggestive per ischemia.

Riferisce di non avere avuto contatti con pazienti Covid-19 positivi noti, né di essere stato, in precedenza, nei territori dichiarati come “zona rossa” del Nord Italia.

Esami di Laboratorio: Leucopenia. Trombocitopenia. Anemia. Aumento dei valori di PCR, LDH e procalcitonina. I valori del D-Dimero e della troponina erano nei limiti.

RX Torace (proiez. in decubito supino obbligato):

Presenza di esteso e sfumato addensamento parenchimale in corrispondenza del campo polmonare medio-superiore a destra. Coesistono altri addensamenti parenchimali proiettantesi in corrispondenza di entrambi i campi polmonari inferiori. Parziale obliterazione pleurogena dei SCF. Ombra cardiaca nei limiti. Calcificazioni ateromasiche del bottone aortico.

L’esame RX viene completato, in urgenza, da studio TC del Torace, eseguito in condizioni basali ed algoritmo ad alta risoluzione (HRCT), con apparecchiatura 64Multislices, le cui immagini ottenute sono state analizzate con slice-thickness di 1,2 mm e successive ricostruzioni MPR, che ha confermato la presenza di esteso addensamento parenchimale con aspetto “a vetro smerigliato”, occupante gran parte del lobo superiore a destra. Altri addensamenti parenchimali, “a vetro smerigliato” erano identificabili in corrispondenza della regione dorsale del LSS ed al segmento apicale del LIS. Addensamenti analoghi, di minore entità, erano identificabili in corrispondenza delle regioni basali dorsali di entrambi i lobi inferiori. Immagine cardiaca nei limiti. Non evidenza di versamento pericardico. Appena minimo versamento pleurico identificabile in sede bi-basale.

Nel frattempo, arrivò il risultato del Tampone SARS-CoV-2: positivo.

Il paziente viene, così, ricoverato presso la U.O.C. di Malattie Infettive del nostro Ospedale, HUB di riferimento Covid  per l’intera provincia di Reggio Calabria, sia instaurando prontamente terapia multi-farmacologica ed O2-terapia, che valutando costantemente i suoi parametri clinici e laboratoristici, data anche la sua grave patologia di base, insieme ai colleghi Ematologi.

A distanza di cinque giorni le sue condizioni cliniche peggiorarono notevolmente, nonostante le cure, tanto da doverlo intubare d’urgenza. Gli esami di laboratorio continuavano ad essere alterati, maggiormente gli indici di flogosi e la procalcitonina.

Veniva, pertanto, eseguito RX Torace (proiez. in decubito supino obbligato, in reparto) e, a distanza di 72 ore, indagine HRCT di controllo.

L’RX Torace risultò peggiorato rispetto all’ingresso, in quanto aumentarono gli addensamenti parenchimali polmonari, presentando adesso aspetto tendente alla confluenza, sino all’opacamento polmonare completo bilaterale (più evidente a dx). Vi era anche interessamento interstiziale bilaterale, a carattere reticolo-micronodulare. Ombra cardiaca nei limiti.

HRCT dimostrò la presenza di estese e multiple aree addensativo/consolidative, in parte confluenti, multifocali, a carico di entrambi i polmoni, con maggiore evidenza in sede lobare superiore nei due lati. Era presente una diffusa smerigliatura di fondo della densità polmonare, con associato ispessimento reticolare ed interstiziale, bilaterale. Era aumentato il versamento pleurico d’ambo i lati (più evidente a destra). Alcuni subcentimetrici linfonodi aumentati si identificavano in sede ilo-mediastinica. Non evidenza di versamento pericardico. Immagine cardiaca nei limiti.

In Terapia Intensiva il paziente venne trattato mediante CPAP (alla quale rispose discretamente), proseguendo e rinforzando la terapia multi-farmacologica già impostata.

Venne osservato e strettamente monitorizzato nei suoi parametri vitali, con lenta evoluzione del quadro clinico verso la stabilità.

Il caso presentato dimostra l’utilità dell’HRCT oltre che nelle prime fasi della diagnosi anche per valutare bene il decorso e la severità della malattia, in presenza anche di altre patologie concomitanti, orientando quindi verso il migliore management clinico del paziente.




COVID-19: caso 111

Francesco MESSINA, Grazia CALABRESE, Carmela TEBALA, Lorena TURANO, Antonio ARMENTANO, Nicola ARCADI

Dipartimento Tecnologie Avanzate Diagnostiche e Terapeutiche, U.O.C. di Radiologia – Ospedale Riuniti, Azienda Ospedaliera Grande Ospedale Metropolitano (G.O.M.) “Bianchi-Melacrino-Morelli”, Reggio Calabria

Paziente di sesso maschile, 57 anni. Ipertensione e dislipidemia, in trattamento farmacologico.

Giunge al Pronto Soccorso per dispnea, tosse secca e febbre (38,5°C) da circa 7 giorni; non aveva avuto alcun beneficio dall’assunzione, a domicilio, di paracetamolo.

Riferisce di non avere avuto contatti con pazienti Covid-19 positivi, sebbene provenga da una località della provincia dichiarata “zona rossa”, nei pressi di Melito P.Salvo.

EO: MV ridotto in entrambi gli ambiti polmonari, con crepitii in sede bi-basale.

All’EGA: lieve ipossia. Saturazione O2: 85%.

ECG: assenza di alterazioni suggestive per ischemia.

Esami di Laboratorio: leucopenia; notevole incremento dei valori di PCR, procalcitonina ed LDH. I valori di D-Dimero e Troponina erano nei limiti.

RX Torace (proiez. in decubito supino obbligato):

Presenza di sfumati addensamenti parenchimali, in parte con aspetto pseudo-nodulare, in entrambi gli emitoraci, con maggiore evidenza in sede bi-basale. Rinforzo della trama interstiziale ed ispessimento peri-bronchiale, bilateralmente. Ili addensati. Velatura (pleurogena) di entrambi i SCF.

Si esegue d’urgenza, a completamento diagnostico, indagine TC del Torace in condizioni basali ed algoritmo ad alta risoluzione (HRCT), con scanner a 64 strati, le cui immagini ottenute sono state analizzate con slice-thickness di 1,2 mm e successive ricostruzioni MPR (assiali, sagittali e coronali).

HRCT ha documentato, in entrambi i parenchimi polmonari, la presenza di plurimi addensamenti con aspetto “a vetro smerigliato” ed alcune aree con pattern “crazy-paving”, per la  coesistenza di aree “ground-glass”, di consolidamento ed ispessimento interstiziali. Trachea e bronchi pervi. Qualche piccolo linfonodo, reattivo, in sede ilo-mediastinica. Immagine cardiaca nei limiti. Non evidenza di versamento pericardico. Minimo versamento pleurico basale bilaterale.

La TC ha messo bene in evidenza, inoltre, il “segno ragnatela” (“spider web sign”), rappresentato da un’area di opacità ground-glass, ad aspetto grossolanamente triangolare ed angolare, in sede basale sub-pleurica a destra, con all’interno setti interlobulari ispessiti come una rete; la pleura adiacente era stirata ed ispessita, denotando una forma simile a quella di una ragnatela nell’angolo.

Eseguito il tampone rino-faringeo, che ha dato esito positivo per Covid-19.

In considerazione del peggioramento delle condizioni cliniche, il paziente viene ricoverato presso la U.O.C. di Malattie Infettive del nostro Ospedale, HUB di riferimento Covid  per l’intera provincia di Reggio Calabria, instaurando prontamente terapia multi-farmacologica ed O2-terapia ad alti flussi.

Al settimo giorno di terapia il paziente mostrava un modesto, ma progressivo, miglioramento del quadro clinico e laboratoristico, con discreta diminuzione dei valori di PCR, LDH; stabile la leucopenia. In decima giornata viene ripetuta l’indagine HRCT, per rivalutare il quadro radiologico, che ha documentato, in entrambi i polmoni, una riduzione sia degli addensamenti parenchimali con aspetto “a vetro smerigliato”, che delle aree con pattern “crazy-paving”, che tuttavia erano comunque ancora presenti nei campi medi ed in sede periferica, bilateralmente. Persisteva ancora l’ispessimento/stiramento della pleura viscerale in sede basale posteriore destra, dalla quale si dipartivano setti e tralci ad aspetto fibrosclerotico. Non era più visibile il versamento pleurico.

Il paziente continuava, sebbene lentamente, a migliorare il suo quadro clinico generale, ed anche le indagini di laboratorio, progressivamente, tendevano a rientrare nei valori di riferimento.

Durante la terza settimana di cura i tamponi per la verifica dell’infezione da Covid-19 si erano negativizzati. Così, dopo aver effettuato un’altra indagine HRCT, che ha documentato la pressocchè quasi completa risoluzione TDM degli addensamenti e dei reperti patologici parenchimali polmonari bilaterali già descritti, il paziente è stato dimesso.

Il caso presentato evidenzia l’utilità e l’importanza della HRCT oltre che nelle prime fasi della diagnosi anche per ben valutare il decorso e la severità della malattia, orientando quindi verso il migliore management/outcome clinico del paziente.




COVID-19: caso 110

Giancarlo GISMONDO VELARDI, Ilaria V. TRECROCI, Giuseppe E. GRECO, Letterio MILITANO, Matilde LICO, Giuseppe CASUSCELLI, Antonino BOVA, Vincenzo FIORILLO, Sandro BALDARI

Dipartimento dei Servizi Sanitari – U.O. Radiologia – Ospedale “G. Jazzolino”, Vibo Valentia – ASP Vibo Valentia

Maschio, 39 anni. Anamnesi patologica remota muta.

Paziente in quarantena domiciliare volontaria, di ritorno dalla Lombardia ad inizio marzo. Qualche giorno dopo, il paziente accusa sintomi febbrili. Viene pertanto sottoposto a tampone, risultato positivo per Covid-19 in data 12/3.

Dopo 45 giorni di positività, insorge importante dispnea – prima da sforzo e poi a riposo – con associata febbre (38°), tosse stizzosa e desaturazione di ossigeno. Viene pertanto predisposto il trasporto presso il P.O. “G. Jazzolino” di Vibo Valentia e successivo ricovero nel reparto di Malattie Infettive.

Gli esami di laboratorio dimostrano incremento dei valori delle transaminasi e decremento dei valori di CK-MB (0,88 ng/ml) e della mioglobina (23 ng/ml). Non altre significative alterazioni.

L’esame TC pre-ricovero

dimostra sfumati addensamenti ground-glass in corrispondenza del segmento anteriore e posteriore del lobo superiore destro, nel segmento apico-dorsale del lobo superiore sinistro e nel segmento superiore del lobo inferiore sinistro. A tale livello, concomita ispessimento dei setti interlobulari.

Il paziente viene trattato mediante ossigeno-terapia solo il primo giorno di ricovero (1,5 l/min), successivamente mediante farmaci antivirali e levofloxacina durante la degenza.

In considerazione del miglioramento delle condizioni generali, il paziente viene dimesso al quarto giorno di ricovero.